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Volevo scrivere un necrologio. Anzi no

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[Caffè News] Quando ho appreso la notizia della scomparsa di David Bowie era mattina presto. In molti dormivano, pochi avevano letto il giornale (rigorosamente on line, chi li compra più i cartacei?). Ovviamente, da buon vecchio fanatico del rock, la notizia mi è saltata subito all’occhio.

Poi, su Facebook, ho azzardato un “mi piace” a un articolo del Corriere della Sera (con calcolo dell’età del cantante rigorosamente sbagliato, poi opportunamente modificato) e ho condiviso un link YouTube a Ziggy Stardust.  Subito dopo ho aperto l’interfaccia WordPress di Caffè News per tirare giù un necrologio. Continua a leggere Volevo scrivere un necrologio. Anzi no

Ovunque è la bellezza che non vedi, in anteprima il nuovo disco di Uross

blocks_image_13_1-293x300[Caffè News] Ci è stata data la possibilità di ascoltare in anteprima Ovunque è la bellezza che non vedi, terzo album di Uross, in uscita domani, 27 novembre, in distribuzione nazionale AUDIOGLOBE in formato CD e digital store.

Si tratta del lavoro di una one-man-band pugliese, che porta avanti il suo progetto di rock autorale tramite il supporto di altri musicisti-amici. Uross scrive i testi e compone le musiche dei suoi brani, suonando numerosi strumenti: chitarre, basso, batteria, guitalele, tromba, glockenspiel, armonica e kazoo. Nel disco suonano anche Andrea Brunetti, Vincenzo Perricci, Carletto Petrosillo, Maurizio Indolfi ed Egidio Marchitelli.

L’album si apre con Tutto tranne l’inutile, un invito rockeggiante con inserti tipicamente funk, un disperato appello a sbarazzarsi di ciò che non conta. Continua a leggere Ovunque è la bellezza che non vedi, in anteprima il nuovo disco di Uross

Il jazz mediterraneo degli Sharg Uldusù 4Tet

dune[Caffè News] Capita spesso d’imbattersi in certi prodotti musicali affascinanti ma difficili da definire. È il caso di Dune, ultimo lavoro dello Sharg Uldusù 4Tet, ensemble formato da Ermanno Librasi (clarinetto in metallo, clarinetto basso, balaban e furulya), Max De Aloe (armonica cromatica, armonica bassa e fisarmonica), Elias Nardi (oud) e Francesco D’Auria (batteria, percussioni e hang) con la speciale partecipazione di Emanuele Le Pera (percussioni in Layli Djan e Kir Cicek).

Si tratta di un esperimento di jazz mediterraneo, uno splendido affresco di calore musicale, una miscela avvolgente di sei inediti e quattro brani della tradizione. Continua a leggere Il jazz mediterraneo degli Sharg Uldusù 4Tet

La corsa senza freni di Marco Baroni

una-corsa-senza-freni-300x300[Caffè News] Marco Baroni lo abbiamo conosciuto a Sanremo 2007, dove partecipò con L’immagine che ho di te. Oggi, dopo essere stato autore per Nek e Cixi di X-Factor, torna con Una corsa senza freni, un nuovo long playing che propone canzoni estremamente curate, orecchiabili e melodiche.

Parte con Una corsa senza freni, dedicata al padre Eliseo, scomparso nel 2010. Raccoglie una certa elettricità, toccando corde elettriche, che si spandono a contorno d’un testo estremamente magnetico.

Non manca però l’esplorazione melodica. Che diventa di volta in volta struggente (Emozioni difettose), accorata (Stammi vicino), dirotta (Ne è valsa la pena), dolcissima (Non ho paura). Continua a leggere La corsa senza freni di Marco Baroni

Linee di confine, la nuova guida prog di Stefano Orlando Puracchio

Rock-progressivo-2_Linea-di-confine[1][Caffè News] Ritorna Stefano Orlando Puracchio, con un nuovo e-book tutto dedicato al Prog: Rock Progressivo Vol. 2: Linee di Confine, seguito di Rock Progressivo. Una guida, del quale parlammo lo scorso anno.

Ancora un’autoproduzione per Puracchio, che stavolta abbandona il prog mainstream, andando ad esplorare terreni meno battuti da un punto d’osservazione privilegiato, sebbene si parli anche di mostri sacri come Gentle Giant e Area. Si parte dal classico e si arriva al contesto odierno, sviscerando il Neoprog.

Se il primo libro era un sussidiario per principianti, qui siamo al corso avanzato, all’analisi del progressive in tutte le sue forme, basato sulle testimonianze e le opinioni dei protagonisti, coinvolti tramite approfondite interviste. Inutile dire che può rivelarsi un’ottima guida all’ascolto, per scoprire e riscoprire the other side of Progressive Rock. Continua a leggere Linee di confine, la nuova guida prog di Stefano Orlando Puracchio

Samni Gentes, musica popolare dalla Terra di Mezzo Sannita

copertina-SAMNI-GENTES-TARANTAJ-300x294[1][Caffè News] Si chiamano Samni Gentes, le “genti del Sannio”, e sono un gruppo di musica popolare proveniente da Frasso Telesino. Hanno già alle spalle qualche anno di carriera e si presentano oggi al pubblico con Tarantaj, un album sanguigno che traspone in musica la forza del legame con il territorio sannita, registrato dal vivo nel Palazzo Ducale di Solopaca.

Voci, suoni e colori. Apre il disco Terra di mezzo, un inedito firmato da Enzo Matarazzo su musica tradizionale. Tolkieniano, avvolge un magico testo in dialetto alle sognanti atmosfere di una musica celtica: Terra di mezzo/addo’ ogni matina se cumbatte e spera/ fino a che “Stella Diana” non porta lo saluto della sera!. Straordinari i fiati degli ospiti Mauro Mascolo (oboe) e Raffaele Di Donna (flauto) su voce narrante di Paolo Salomone. Viscerale. Continua a leggere Samni Gentes, musica popolare dalla Terra di Mezzo Sannita

Dormi ora e sogna. L’onirico disco di Max Fuschetto

Fuschetto-300x270[1][Caffè News] “Dormi Ora”, è la traduzione dalla lingua yoruba (diffusa nell’Africa Occidentale, tra Nigeria, Benin, Togo e Sierra Leone) del titolo del nuovo album di Max Fuschetto, Sùn Ná. Nei dialetti campani “sunnà” significa “sognare”. Strani casi del destino per un lavoro, quello del sassofonista, oboista e compositore diplomato al Conservatorio Nicola Sala di Benevento, tutto incentrato sulle tematiche oniriche. Non è il suo primo disco (negli anni scorsi sono già usciti Frontiere e Popular games) e, pubblicato da Hanagoori Music, ci regala un enigmatico spaccato fatto di contaminazioni scintillanti, dolcemente assemblate. Andiamo a vedere.

Traccia numero uno: Oniric States of Mind. Si entra in pieno nella tematica del sogno, specie di quelli che portano rimpianti e reminescenze di tempi passati e scelte sbagliate. Con qualche tocco da Incubo di Füssli, che non guasta mai. Suoni che si fanno ovattati, sottofondi che non prendono mai una forma definita. Cantata in uno strano miscuglio di arbëreshë (la lingua degli albanesi d’Italia) e inglese. Spettrale. Alla fine sembra di vedere la luce (il risveglio?). Continua a leggere Dormi ora e sogna. L’onirico disco di Max Fuschetto

La fisarmonica jazz di Daniele Falasca

falasca[Caffè News] Capita di associare la fisarmonica essenzialmente agli ambienti del liscio e delle balere o, al massimo, di certa musica folk. E per riflesso, dunque, non la si va certo a collegare ad un mondo (pur dinamico e variegato) come quello del panorama jazz.

Pertanto, porsi all’ascolto di questo album di Daniele Falasca, “Insieme a te”, può risultare spiazzante per coloro che sono abituati alle sonorità standardizzate di tango e polka. Si tratta del quinto album dell’artista abruzzese (il terzo come fisarmonicista), completamente autoprodotto grazie al supporto di amici ed appassionati.

E Falasca riesce a focalizzare nuove attenzioni sulla sua fisarmonica, esibendosi in una serie di tredici brani dall’anima nera, non senza chiare sfumature latine (da ascoltare soprattutto Libertango italiano e Passeggiata sul Tamigi, quest’ultima accompagnata anche dalla voce di Dante Francani).

Inoltre, si fa notare il lavoro di percussioni e fiati, sempre pronti ad assistere la voce solista dell’accordion (in Omaggio a Parker). Infine, emerge anche la vena da pianista jazz duro e puro, nella bonus track Insieme a te, presentata in versione piano solo. Continua a leggere La fisarmonica jazz di Daniele Falasca

Il sussidiario del Prog di Stefano Orlando Puracchio

puracchio[Caffè News] L’approccio al Prog viene comunemente inteso come un passo importante, complesso, zeppo di difficoltà. Come se la musica inquadrata nel genere fosse qualcosa di completamente differente e le classiche tecniche di fruizione non bastassero.

In realtà, il prog è un genere dove ricercatezza e tecnicismi spesso fanno la voce grossa, ma questo non rappresenta necessariamente un dominio della precisione del virtuosismo sulla diffusione emozionale, che resta viva.

Il primo brano prog che ho ascoltato in vita mia è stato Il giardino del mago, del Banco del Mutuo Soccorso, apertura del lato B del loro primo album omonimo del 1972 e da me reperito su una vecchia compilation appartenente a mio padre. E a colpirmi, in quel brano da 18 minuti, fu proprio l’esplosione di emozioni che dalle note iniziali, semplicemente strimpellate, vanno caricandosi di tensione grazie alla voce di Francesco Di Giacomo fino a crescere e ricadere e crescere ancora in una suite immaginifica colorata a tinte gelide.

A riguardo, vi parlo oggi di uno strumento di rapida consultazione per chiunque volesse approcciarsi al prog, senza stare a preoccuparsi troppo del livello di base dal quale si vada a partire.

gdc_miniÈ il caso del testo Rock progressivo. Una guida di Stefano Orlando Puracchio, disponibile in formato digitale sui maggiori webstore (ulteriori info QUI). Continua a leggere Il sussidiario del Prog di Stefano Orlando Puracchio

L’inebriante piacere di For His Wine and Chamber

claytoride_forhiswineandchamber-300x300[1][Caffè News] Siamo andati ad ascoltare For his wine and chamber, ultimo disco dei ClayToRide, uscito nel 2013 per Prosdocimi. È un disco nato essenzialmente dal vivo, i cui pezzi sono stati improvvisati già durante i tour della band e poi finiti su disco con registrazione live in studio totalmente analogica.

Veneti, i ClayToRide vantano già una ricca attività concertistica e collaborazioni con gruppi del calibro di Tre Allegri Ragazzi Morti, La Crisi, ExKGB.

Non ci stupiamo se il disco riesce a riprendere il contesto rock classico, raschiando le corde di un genere immortale. Il buon lavoro d’arrangiamento si nota già in apertura, in Ignorance, che si trasporta altalenante su un tappeto di chitarre distorte e la perfetta sincronia tra un basso frizzante e una batteria ruspante.

Con echi da rockabilly e pop punk, si distende invece Something in your shoes, aggiungendo poi una serie di elementi più tipicamente californiani in Mexico. Continua a leggere L’inebriante piacere di For His Wine and Chamber