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Cerreto, gioiello sannita

Sto utilizzando l’Intelligenza Artificiale per motivi di ricerca e ho pensato di provare a generare una canzone dedicata al nostro paese, a Cerreto Sannita.

Mai potrà sostituire l’inno cerretese scritto in dialetto sul testo di Lucia Ciarleglio Brunelli e che tutti conoscono nella versione musicata e più volte interpretata da Nicola Giordano, Tonino Gismondi e Sergio Lavorgna.

Vuole però essere un omaggio semplice e fatto con il cuore a Cerreto Sannita.

Avevo provato un primo testo in dialetto che, purtroppo, l’AI non riesce a rendere credibile. Va meglio con l’italiano nonostante alcune piccole ma chiare imprecisioni.

PRECISAZIONE IMPORTANTE: So bene quali sono i risvolti etici comportati dall’utilizzo delle intelligenze artificiali, tanto è vero che il presente brano è pubblicato ai soli scopi divulgativo e di ricerca.

Non si vuole indicare Luigi Sodo come responsabile della ricostruzione, infatti il testo originale recitava “dai Carafa a Luigi Sodo, da Mazzarella a Ungaro” ma l’intelligenza artificiale me lo ha tagliato, credo per ragioni di metrica. Si voleva invece citare Luigi Sodo come personaggio di spicco, anche se con il risultato definitivo può sembrare che sia il responsabile della ricostruzione pur essendo vissuto un secolo dopo. Sono queste le imprecisioni a cui si fa riferimento nel mio commento al pezzo, dato che l’AI non è perfetta e il brano è ad ora, purtroppo, immodificabile. Tra l’altro, originariamente, ogni strofa era di cinque versi, nel risultato finale è di quattro. Così come sono rimasti anche piccoli refusi come sulla pronuncia di Sannita e su “ammalia”.

Questo il testo:

Da Monte Coppe fino al Pastorello
vi narro di Cerreto, un grande acquerello.
Distrutto il cinque giugno seicentottantotto,
fu poi ricostruito un pochino più sotto.

Coi Carafa e Luigi Sodo per farlo a mestiere,
fu Giambattista Manni il grande ingegnere!
E tutta dritta e lunga come una lisca,
una piccola Torino come non si era mai vista

Siamo di Cerreto, gioiello Sannita,
Unico grande amore per tutta la vita.
Barocca città d’arte e di fondazione.
A Cerreto Sannita dimora il mio cuore.

Siamo di Cerreto, gioiello d’Italia.
Museo a cielo aperto che tutti ammalia
Dolce città dal grandissimo ardore
A Cerreto Sannita dimora il mio cuore

Con Ceramica e Lana poi crebbe il paese.
Con lusso e bellezza la sua anima accese.
E dalla Cartiniera già vedi le stelle
Ma dalla Leonessa sono ancora più belle

Cerreto è troppo bello, è un piccolo scrigno
ma sono in tanti quelli che non lo sanno
che per le sue vie così dritte e snelle
si è scritta la storia della sua gente.

Siamo di Cerreto, gioiello Sannita,
Unico grande amore per tutta la vita.
Barocca città d’arte e di fondazione.
A Cerreto Sannita dimora il mio cuore.

Siamo di Cerreto…

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Cerreto, gioiello sannita

Chi canta “Robin Hood e Little John van per la foresta”?

C’è una canzone che risveglia una serie di suggestioni nei fan dei cartoni animati Disney e, al contempo, a tutti i fan delle storie basate sul mito di Robin Hood. Sto parlando ovviamente della bellissima ballad ‘Urca Urca tirulero‘, meglio conosciuta come ‘Robin Hood e Little John van per la foresta‘. Tuttavia, c’è una domanda che in molti si chiedono su questa canzone: chi la canta? Continua a leggere Chi canta “Robin Hood e Little John van per la foresta”?

EB-1: il primo basso prodotto da Gibson

Quando si parla di bassi elettrici, raramente si fa riferimento a Gibson, dato che quelli che vanno per la maggiore sono i legni prodotti da MusicMan, Fender e Rickenbacker.

Visto che da queste parti si va sempre controcorrente, cominciamo a parlare di bassi elettrici raccontando quelli di casa GGC. E quale modo migliore di cominciare se non dal primo legno creato dai produttori di diavoletto e Les Paul. Continua a leggere EB-1: il primo basso prodotto da Gibson

Le vie della spiritualità di George Harrison

[Caffè News] Su George Harrison è stato detto e scritto molto. Di lui si sa praticamente ogni cosa riguardo al rapporto con gli altri Beatles e all’influenza orientale data ai pezzi e agli album del gruppo.

Con il suo nuovo libro George Harrison. My sweet Lord: le vie della spiritualità (acquistabile qui), Sergio d’Alesio va a riscoprire ancora una volta l’anima spirituale di questo personaggio di prim’ordine nella storia musicale del ’900, collocando l’ennesimo tassello di musica dell’anima nella bacheca del mondo CapitanArt. Continua a leggere Le vie della spiritualità di George Harrison

Io amo il rock. Ma non mi piacciono i Doors

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[Caffè News] Spesso, mentre studio o lavoro al pc, mi capita di mettere su un po’ di musica che mi possa fare un po’ di compagnia, specie oggi che su internet si trovano web radio tematiche che ti permettono di ascoltare gratuitamente solo un genere o un artista.

Dato che ho spesso voglia di rilassarmi più che di soffermarmi ad ascoltare, prediligo le web radio che propongono mix di classici del rock. E le adoro, sul serio. Tranne per un gruppo, uno solo, che ricorre irrimediabilmente in ogni playlist di rock classico che non sia stata preparata da me: i Doors. Continua a leggere Io amo il rock. Ma non mi piacciono i Doors

Babylon, il secondo disco degli VIII Strada

babylon[Caffè News] Abbiamo ascoltato Babylon, secondo album degli VIII Strada, band milanese della scuderia AltrOck attiva fin dagli anni ’90 e composta da Tito Vizzuso (voce), Davide Zigliani (chitarre), Silvano Negrinelli (piano e tastiere), Sergio Merlino (basso) e Riccardo Preda (batteria).

Dopo La leggenda della grande porta, LP d’esordio datato 2009, la band ha raccolto vasti consensi di critica grazie ad un prog venato di sfumature hard, cantato in italiano. Una terza via tra il metal-prog dei Dream Theater e la tradizione italiana.

Eccoci dunque a Babylon. Un disco nuovo, con un sound rinnovato. Si tratta di un concept ambizioso. E lo scopriamo subito con Ombre cinesi, operetta sinfonica da uno spasmodico cambio di tempo e un meraviglioso lavoro di tastiere. Continua a leggere Babylon, il secondo disco degli VIII Strada

Confini Armonici, il nuovo canto della natura dei Lingalad

Confini-armonici-cover-297x300[Caffè News] Per Giuseppe Festa e i suoi Lingalad nutro una sorta di piccolo culto personale. Questa band, apprezzata da Priscilla Tolkien e nota per la sua trasposizione musicale delle canzoni e filastrocche de Il Signore degli Anelli, è da anni al top delle mie preferenze musicali. Ecco il motivo per il quale ho voluto attendere prima di parlare di Confini Armonici, il loro ultimo disco (uscito per Lizard Records), mettendo da parte quanto di personale associo alla loro meravigliosa musica.

L’album è ispirato dai due romanzi del cantante Giuseppe Festa, Il passaggio dell’orso e L’ombra del gattopardo, due meravigliose storie della natura pubblicate per editori importanti (Salani, Mondadori).

Ci ritroviamo di fronte ad un disco non più legato alla Terra di Mezzo, ma non per questo slegato dal favolismo naturalistico tipico dell’autore britanico. Siamo alla poesia campestre, all’esplorazione dei sentieri dei boschi e dello scorrere dei fiumi. Non a caso la band prende il nome dalla lingua elfica, nella quale Lingalad significa “Il canto degli alberi”. Continua a leggere Confini Armonici, il nuovo canto della natura dei Lingalad

Volevo scrivere un necrologio. Anzi no

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[Caffè News] Quando ho appreso la notizia della scomparsa di David Bowie era mattina presto. In molti dormivano, pochi avevano letto il giornale (rigorosamente on line, chi li compra più i cartacei?). Ovviamente, da buon vecchio fanatico del rock, la notizia mi è saltata subito all’occhio.

Poi, su Facebook, ho azzardato un “mi piace” a un articolo del Corriere della Sera (con calcolo dell’età del cantante rigorosamente sbagliato, poi opportunamente modificato) e ho condiviso un link YouTube a Ziggy Stardust.  Subito dopo ho aperto l’interfaccia WordPress di Caffè News per tirare giù un necrologio. Continua a leggere Volevo scrivere un necrologio. Anzi no

Il prog regale di Hypnophonia

hypnophonia-300x300[Caffè News] Gruppo prog di Ferrara attivo sin dal 2009, mi è capitato sottomano il nuovo disco dei Marchesi Scamorza. Il titolo (Hypnophonia) è tutto un programma. La musica di Enrico Bernardini (voice), Lorenzo Romani (guitar, choirs, mandolin, keyboards), Enrico Cazzola (keyboards), Paolo Brini (bass) e Alessandro Padovani (drums) è un rock progressivo che ricalca quello di band storiche del panorama italiano. I loro suoni ricordano molto gruppi come Biglietto per l’Inferno e Balletto di Bronzo, con riferimenti hard-rock o prettamente sinfonici.

In apertura troviamo 1348, breve pezzo e primo singolo estratto dall’album. Parte duro e grintoso, quasi arrabbiato. Un medievaleggiante poemetto epico, dai tratti boccacceschi. Continua a leggere Il prog regale di Hypnophonia