Prendete un’epoca passata, nostalgica. Aggiungete un SI elettronico, i brufoli, le maniglie dell’amore e le cotte giovanili. Rosolate a fuoco lento con la più curiosa e ansiosa confusione adolescenziale. Beccherete in pieno questo romanzo di Marco Di Pinto.
Tra l’altro lui, l’autore, è uno di quelli bravi. Lo conosco personalmente da parecchi anni, dai tempi del suo Apologia del Porco. Condividiamo la pelata e la vecchia appartenenza a una Factory editoriale, un esperimento un po’ folle ma che riunì in un unico luogo virtuale un po’ di gente col pallino della scrittura, che continua a stare in contatto via social.
Nostalgie a parte, Acerbo non è soltanto un tuffo a cufaniello nelle memorie a tubo catodico pre-modem 56k degli anni ’90. È un romanzo d’amore e di guerra, dove la vera battaglia è quel disagio che attanagliava alla bocca dello stomaco chi in quegli anni – specie da Roma in giù – ci è cresciuto o almeno passato di striscio. Un senso di inadeguatezza cosciente.
Momenti magici scanditi dalla musica frusciante di un walkman dentro al quale giravano cassette prestate dall’amico dell’amico. Brufoloso elegiaco stomp.
Dategli una bella lettura e, tra un ricordo e un pugno allo stomaco, troverete pure il tempo di farvi qualche risata.
Acerbo di Marco di Pinto
Les Flâneurs Edizioni, 2021
185 pagine
€ 16.00