Amondawa, la musica epicurea dei Blooming Iris

Amondawa-Cover-copia-300x300[1][Caffè News] Dopo aver esordito con l’Ep Field (2012), i Blooming Iris arrivano con un nuovo album rock dalle sfumature elettroniche, nei negozi dallo scorso ottobre. Il titolo è Amondawa, mutuato da un minuscolo gruppo etnico brasiliano (nel 2010 questa popolazione soltanto 107 individui). È un appellativo significativo, in quanto tale popolo non ha la concezione di tempo e, pertanto, vive un’esistenza completamente libera da questo pesante fardello.

È un gruppo che si sta imponendo da tempo sulla scena musicale capitolina, formato da quattro ragazzi. L’autore dei testi, fondatore e frontman della band è Nicolò Capozza, al quale si affiancano Daniele Razzicchia (chitarra e synth), Guglielmo Sacco (basso e campionatore) e Andrea Orsini (chitarra e seconde voci).

In Amondawa ci sono dieci brani, tutti in inglese, epicurei come da titolo. Fuori dal tempo e pronti a godersi il momento. Presentano una raffinata pennellata di rock macchiato d’elettronica che, pur costantemente presente, va ad arricchire e non a coprire una solida struttura. Ne è un esempio Spleen, nella quale ritroviamo un sound nebbioso e necessariamente baudelariano, una caduta di morbida neve sulla marcia di un esercito.

C’è qualche riferimento alla musica popolare, specie nelle chitarre della open track Same of blood, mentre Raw si sposta su un terreno più aggressivo, che si impone con potenza.

Non mancano episodi pregni d’una certa dolcezza (Woodlack, primo singolo estratto dall’album), né strizzate d’occhio ora alla scena indie britannica (Solipsist) e finanche aperture alla contaminazione blues (la title track Amondawa).

Il punto più alto è senza dubbio The Mirror Stage che, rifacendosi alla fase dello specchio di freudiana memoria, immette l’elettronica in un evocativo contesto grunge.

In sintesi, si tratta di un album dalle atmosfere suggestive, che raccoglie in sé un interessante intimismo che non esita a slanciarsi su un campo sonoro di ampia portata.

Giuseppe Guarino

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